Il Nobel lo vincono chimici, letterati, fisici, eccetera, ma solo se maschi.Quando a riceverlo è una donna, per la stampa è la mamma Nobel o, in alternativa, la childfree che ha rinunciato al figlio per la carriera. Gli uomini, del resto, hanno sempre nomi, cognomi e titoli; le donne solo nomi, quando va bene: più spesso sono fidanzate, mogli o madri di. E quando poi si parla di persone trans o non binary, l’imbarazzo e l’incompetenza del giornalismo sono ancora più evidenti. Parlare di giornalismo inclusivo e deontologico non basta, in ogni caso, visto che tocca fare i conti anche con le regole della SEO, la crisi dell’editoria e con gli editori che pretendono views, clic e tassi di engagement sempre più difficili da raggiungere. Inutile nascondersi dietro a un dito: sessismo e voyeurismo aiutano e ‘pagano’ ancora. E quindi? “È la stampa, bellezza! E tu non puoi farci niente”, dice Humphrey Bogart in “L’ultima minaccia”. Ma si sbaglia: possiamo (e dobbiamo) fare qualcosa. In questo keynote speech, Ilaria Maria Dondi racconterà come il giornalismo parla (e può parlare) delle donne e delle loro professioni!

Categorie: