News al Femminile è una rubrica ideata da Elisa Checchin, che vuole creare insieme alle nostre lettrici uno spazio dedicato alla divulgazione di tutte le news legate al mondo femminile. 

Successi, avvenimenti, storie dalle quali prendere ispirazione, qui troverete tutto quello che vi servirà sapere da qui in avanti.

Martedì 12 aprile | LOMBARDIA: LA QUESTIONE IGV

I dati presentati dalla consigliera regionale del Partito Democratico in relazione all’attuazione della Legge 194 nella Regione Lombardia lasciano un pò di perplessità. Si ravvisa un costante calo delle interruzioni volontarie di gravidanza. Inoltre 11 ospedali pubblici non praticano l’intervento né somministrano la pillola RU486 e in tante strutture è prevista solo l’IGV per via chirurgica. La causa? Assenza del reparto di ginecologia o diffusa obiezione di coscienza tra anestesisti e ginecologi.

Martedì 12 aprile | L’ENCICLOPEDIA DELLE DONNE

Lorenza Minoli ha pensato bene di dare il giusto valore a quelle donne che hanno contribuito a rendere Milano come la vediamo oggi. Il suo libro “Mappa femminile della città di Milano. Itinerari nel centro storico” propone appunto 5 itinerari , da piazza Duomo a Brera fino piazza San Fedele, attraverso cui vengono raccontate le storie di queste donne. Miuccia Prada, Giuditta Pasta, Liliana Nocera, Fede Galizia, Anna Mozzoni, le sorelle Giussani e tante altre, sono donne spesso dimenticate. Viene riportato il focus sui valori femminili e riconosciute queste donne per i loro meriti.

Giovedì 14 aprile | È MORTA LETIZIA BATTAGLIA

Letizia Battaglia aveva 87 anni, ha lottato fino all’ultimo contro una malattia che l’aveva portata negli ultimi tempi ad usare la sedia a rotelle. Nonostante tutto, non si è mai fermata ed è rimasta lucida fino alla fine. Stava continuando a preparare viaggi, anche all’estero, per presenziare a tutti quegli eventi a cui veniva invitata. La fotografia era la sua arma e lei stessa diceva: “ogni cosa che faccio è politica”. Dal 1974 era una fotorepoter per il giornale “L’Ora” e tramite le sue fotografie ha raccontato la mafia. Nelle sue foto si leggeva il dolore e la sofferenza più cruda legata alle morti, alle stragi per mano dei boss mafiosi.

Giovedì 14 aprile | LA CAMPAGNA #DONNEUCRAINEDIMILANO CONTRO GLI STEREOTIPI

Il Comune di Milano ha realizzato una campagna #donneucrainedimilano con l’obiettivo di distruggere gli stereotipi sulle donne ucraine. È stata l’associazione “Ucraina più-Milano” a promuovere questa attività di sensibilizzazione. Sono stati utilizzati manifesti per la città e sui social per raccontare le storie di donne ucraine che sono semplicemente donne con le loro passioni, capacità e diritti. Abbiamo Olga, che è una consulente finanziaria, Olena, un’insegnante di danza, Susanna, che fa la pittrice e Anna, che è responsabile di un locale.

Giovedì 14 aprile | TURCHIA: A RISCHIO I DIRITTI DELLE DONNE

Il KCDP, conosciuto come “We Will Stop Femicide Platform“, il movimento femminile più importante della Turchia, è stato accusato di “agire contro la legge e la moralità”. Per questo motivo la procura di Istanbul ha avviato una causa con l’obiettivo di chiudere questa associazione che da anni si batte per i diritti delle donne.

Venerdì 15 aprile | CECILIA ALEMANI SARÀ LA CURATRICE DELLA PROSSIMA EDZIONE DELLA BIENNALE D’ARTE

Cecilia Alemani, direttrice artistica italiana, è la curatrice della 59esima Biennale d’Arte che si terrà a Venezia dal 23 aprile al 27 novembre. Era stata nominata nel 2020 ma, causa Covid, si era deciso di posticipare tutto al 2022. Ed ora, eccoci qui.. è tutto pronto per far immergere i visitatori in un’idea creativa ancora più profonda, frutto di domande esistenziali e dialoghi intimistici con gli artisti. In questa mostra intitolata “Latte dei sogni” si mischiano i temi del corpo e della sua metamorfosi, del rapporto con la natura, gli animali e il non umano. L’idea di partenza era quella di dare spazio alle voci minori, a tutte quelle storie mai raccontate.

L’80% delle presenze sarà femminile ma Cecilia ha sottolineato che non vuole che si parli di “Biennale delle donne” e nello specifico dice: “la finalità di questa Biennale non è il confronto con l’uomo […] l’idea è di andare oltre il dualismo uomo/donna”.

A tal proposito per approfondire la riflessione vorrei menzionare l’intervista che la nostra Eleonora Rocca ha rilasciato su The Wom, il social magazine rivolto alle nuove generazioni di donne. Ha parlato di empowerment e di fiducia nelle proprie capacità.

Sabato 16 aprile | PROGETTO RINASCITA

Cascina Carpana è il luogo scelto per dare vita al bellissimo progetto voluto da Alessandra Kusterman, ginecologa e primaria del policlinico di Milano. Questo casale, localizzato a Porto di Mare, un quartiere nella zona sud di Milano, diventerà un centro di accoglienza per le donne vittime di violenza. Oltre a dei mini appartamenti ci sarà anche un grande cortile, un parco, dei maneggi proprio per cercare di ricreare un ambiente di vita vero e proprio. L’idea ispiratrice, alla base di tutto ciò, sta nella parola ripartenza ed infatti la strutturazione degli spazi è tale da permettere alle donne di acquisire una nuova luce e soprattutto autonomia.

Domenica 17 aprile | SELENE BIFFI E LA SUA INIZIATIVA “SHE WORKS FOR PACE” 

Selene Biffi è un’imprenditrice sociale italiana ed è anche l’ideatrice di “She work for Peace“. Tale iniziativa nasce con l’obiettivo di offrire un supporto al lavoro artigianale delle donne afghane impegnate in micro-imprese di produzione tessile ed alimentare. L’aiuto arriva tramite contributi economici, formazione e fornitura di materiali. Queste donne creano scarpe, orecchini, borse, tovaglie ricamate e tante altre cose che vengono poi acquistate da coloro che fanno parte della comunità di sostegno. Oggi questa iniziativa si sta ampliando anche verso altre aree di conflitto come Iraq e Ucraina e nelle prossime settimane inizierà le attività.

Giovedì 21 aprile | DUBBI SULL’APPLICAZIONE DELL’ART. 30 DELLA RIFORMA DEL CSM

Il presidente della Camera Roberto Fico ha espresso delle perplessità in relazione al principio della parità di genere tra i componenti del Consiglio Superiore della Magistratura. Ci sarà una reale applicazione di questo principio? Questo è ciò che tutti si chiedono. Infatti nel testo di legge non vi è nessuna indicazione specifica, non ci sono regole certe e quindi permane il rischio che le donne vengano discriminate.

Sabato 23 aprile | SIMONE LEIGH VINCE IL LEONE D’ORO

Simone Leigh è un’artista di Chicago e rappresenta gli Stati Uniti alla 59esima Biennale d’Arte. Ha vinto l’ambito Leone d’oro e con le sue monumentali sculture di donne afro apre e chiude la mostra.

Sabato 23 aprile | SCUOLA DI POLITICA PER LE DONNE

Prime Minister è una scuola gratuita di politica e attivismo civico per ragazze dai 14 ai 19 anni, presso La Fondazione Onlus Figli in Famiglia a San Giovanni a Teduccio. È un progetto che è stato lanciato nel 2019 e dalla Sicilia è arrivato anche in Campania, a Napoli. Si parla di ambiente, diritti civili, violenza, comunicazione, informazione, salute mentale, educazione e genere con l’obiettivo di formare donne consapevoli delle proprie capacità. Empowerment, leadership femminile e parità di genere sono i valori guida.

Per saperne di più consulta il sito ufficiale della scuola.

Ora soffermiamoci su alcuni temi importanti:

IGV E LIBERTÀ DI SCELTA

L’interruzione volontaria della gravidanza è un dibattito aperto e trova ancora molte resistenze, anche tra il personale medico. Tale rimostranza trapela nelle scelte politiche ed istituzionali. Basta guardare all’ultima misura adottata dalla Regione Piemonte che prevede l’erogazione di un contributo nei primi tre mesi dal concepimento. È stato approvato il Fondo per la tutela materno-infantile che vuole sostenere chi decide di non abortire. La Repubblica, nell’articolo di Stefania Aloia, parla di un “accerchiamento sui diritti delle donne” e di un “ricatto morale” per sottolineare proprio il fatto che tale erogazione nasconde obiettivi diversi dal semplice aiuto economico. L’obiettivo dichiarato è infatti quello di 《far nascere 100 bambini in più》e disincentivare la decisione d’interrompere una gravidanza.

Alla base dell’IGV vi è una scelta che in quanto tale ha tutto il diritto di essere libera; dunque significa che, come chi è eticamente contrario ha il diritto di proseguire in ogni caso con la gravidanza, anche chi ritiene sia la scelta più giusta ha il diritto di sottoporsi a questa pratica. Per legge la via farmacologica, che ad oggi è in forte aumento, dovrebbe essere assicurata al pari di quella chirurgica in tutte le strutture. Dal punto di vista normativo, in Italia, qualsiasi donna può richiedere l’interruzione volontaria di gravidanza entro i primi 90 giorni di gestazione per motivi di salute, economici, sociali o familiari. Dopo i 90 giorni l’interruzione volontaria della gravidanza può essere praticata quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna, oppure quando vengono accertate gravi anomalie del feto che potrebbero compromette la salute psicofisica della donna. Per la via farmacologia, invece, il termine stabilito entro cui può essere effettuata sono 9 settimane compiute di età gestazionale.

Come spesso accade in Italia però, ci troviamo di fronte ad un dislivello tra il piano della norma-teoria e quello della realtà-pratica. Per quanto la legge riconosca tale diritto, seppur con delle limitazioni, le donne trovano ugualmente ostacoli non previsti nel percorso decisionale verso questa scelta. In Spagna l’ostacolazione del diritto all’interruzione di gravidanza è considerata reato. Chi, “al fine di ostacolare l’esercizio del diritto all’interruzione volontaria di gravidanza”, si rivolge a una donna con “atti molesti, offensivi, intimidatori o coercitivi che ledano la sua libertà“, potrà essere punito con la reclusione dai tre mesi a un anno o condannato a un periodo di lavori di pubblica utilità che va dai 31 agli 80 giorni. In Italia invece, vi sono ancora tanti passi da fare dal punto di vista culturale e sociale. A causa di un ostruzionismo diffuso, il pieno e totale riconoscimento dell’autodeterminazione della donna è ancora un traguardo lontano. L’IGV è, infatti, una questione strettamente legata non solo al diritto alla salute sessuale e riproduttiva ma anche al diritto alla vita, alla salute, al non essere discriminati per il genere e di essere liberi da violenza e trattamenti inumani.

LA VITA DOPO LA VIOLENZA

Quando si parla di violenza sulle donne è fondamentale adottare uno sguardo orientato al futuro. Il primo passo sta sempre nella prevenzione ma, nel momento in cui la violenza accade, bisogna essere pronti a rispondere in maniera tempestiva ed integrata. Cosa significa questo? Pensare che in una donna, la violenza che sia psicologica, fisica, sessuale o economica lascia tracce indelebili nella mente e nell’anima. È proprio per questo motivo che la costruzione di percorsi volti alla riacquisizione di un senso di sé è prerogativa per aiutare queste donne a tornare a vivere. Il “Progetto Rinascita” di Alessandra Kusterman riflette a pieno l’idea di restituire a queste donne una nuova vita.

“Non a caso ho scelto un nome simile – racconta Kustermann. Ospiterà donne con figli, darà autonomia a chi è stata maltrattata, aiutando a recuperare l’autostima e una prospettiva di vita sicura e serena. Qui potranno lavorare, formarsi, riprendere confidenza con la vita, ripensarsi, aiutandosi anche con la pet therapy. E io sono felice perché continuerò l’impegno verso le donne e i bambini, proseguendo il lavoro che ho sempre fatto con grande passione per tutta la vita, con la tranquillità che il centro Soccorso violenza sessuale ( vs) continui ad esistere.

La parte sanitaria viene seguita in clinica e io posso dedicarmi ad altri aspetti, quelli più sociali. Ma è in fondo quel che facevo lì”.

L’ambiente è strutturato come se fosse una piccola cittadina in cui la donna può sentirsi libera di impegnarsi nelle attività che preferisce. Sono in un posto sicuro nel quale possono ritrovare la serenità perduta. Una ricerca dell’Istat individua quelli che sono gli effetti della violenza sulle donne. Ovviamente le ferite, lividi o altre lesioni fisiche sono spesso evidenti ed innegabili ma vi sono anche ferite più nascoste che hanno effetti a lungo termine. Sono:

  • perdita di fiducia ed autostima
  • senso di impotenza
  • attacchi di panico e depressione
  • disturbi del comportamento alimentare
  • autolesionismo
  • difficoltà di autogestione e gestione de piccoli oneri di vita quotidiana

Serve quindi una vera e propria riabilitazione, nel senso più latino del termine, intesa come riacquisizione delle abilità e dei diritti. Bisogna sostenere e potenziare la risposta delle donne aiutandole nel loro percorso di riapporpiazione della loro vita. Come? Strutturando percorsi di ripresa fisica e psicologica all’interno di spazi protetti che ricordano però la vita vera e quotidiana. I centri antiviolenza, le case di fuga e le case di secondo livello e tutte le attività previste devono essere pensate in modo da evitare la dipendenza assistenziale. Dopo il percorso intrapreso una donna non solo deve sentirsi sicura ma anche forte, consapevole ed autonoma. Ogni passo deve essere fatto con uno sguardo al futuro e con la fiducia che il riscatto e la rinascita sono possibili.

Voglio un attimo soffermarmi e ricordare a chi ci si può rivolgere in caso di violenza fisica, psicologica, sessuale e/o economica:

  • 112
  • il numero antiviolenza e antistalking 1522 attivo 24 su 24 tutti i giorni
  • App YouPol
  • Pronto Soccorso
  • Consultori
  • Centri antiviolenza
  • Telefono verde AIDS e IST 800861061 se si è subita violenza sessuale
  • Poliambulatorio dell’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà (INMP)

Anche la guerra porta violenza. Lo ricorda anche Marta Sanz, scrittrice spagnola, nell’intervista realizzata da Stefania Parmeggiani per “La Repubblica”. Usa parole forti, da brividi, che sottolineano la brutalità con cui le donne vengono trattate.《La guerra è sempre sul corpo delle donne》dice Marta, proprio per sottolineare come la donna sia una vittima prediletta della guerra.

Ed è per questo che aiuti come quelli offereti da She Work for Peace sono essenziali, sono una via per la salvezza. Selene dichiara che con questa sua iniziativa vuole “ridare centralità alla figura femminile dimostrando il contributo notevole che può offrire alla famiglia e alla comunità”. Bisogna iniziare a concepire la donna come un anello mancante, necessario per la costruzione di una catena lunga e forte, e non come quell’anello debole, che può essere tranquillamente tagliato fuori.

Un elemento che aiuta nella rinascita è l’attività lavorativa. Il progetto di Selene Bicci ne è una testimonianza; ad oggi le donne coinvolte sono tante ma l’obiettivo è di coinvolgerne sempre di più. Attraverso il lavoro una donna ottiene dignità economica e sociale. Il fatto che ella si senta riconosciuta nel suo valore dalla comunità,  potenzia il senso di sé. Rafforzando il senso di autostima, una donna vede di fronte a sé un ampliamento del raggio di azione e, in questo modo, aumenta la volontà di mettersi in gioco per dar voce alle proprie capacità. È una reazione a catena che necessità di essere sostenuta fin dal suo inizio. Perciò riconoscere uno spazio ben preciso alle donne nel mondo del lavoro è il primo passo fondamentale per permettere ad una donna di essere tale. In questo modo viene allontanato il rischio di negare e reprimere tutte le sue potenzialità.

 

Elisa Checchin


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