News al Femminile è una rubrica ideata da Elisa Checchin, che vuole creare insieme alle nostre lettrici uno spazio dedicato alla divulgazione di tutte le news legate al mondo femminile.

Ripercorriamo con ordine ciò che è accaduto questa settimana:

Lunedì 03 gennaio – Donne musulmane all’asta

“Bulli”, ovvero “pene”, è così che circa cento donne musulmane venivano letteralmente vendute sul sito Bulli BaiL’ HuffingtonPost-Italia ci racconta come, tramite fotografie ritoccate e dettagli di donne musulmane famose, un account offriva agli utenti la possibilità di fare delle offerte per comprare una certa donna piuttosto che un’altra. Il servizio statunitense di hosting GitHub assicura di aver rimosso l’account e la polizia di Nuova Delhi ha individuato due sospetti con l’accusa di stalking, diffamazione, atti offensivi del pudore di una donna. Questo episodio era già accaduto in passato, a luglio, su una piattaforma diversa, “Sulli Deals”, e qui venivano definite “affare del giorno”.

Lunedì 03 gennaio – Maschilismo in Prato della Valle a Padova

Prato della Valle è il simbolo di Padova ed è una delle piazze più grandi e suggestive d’Europa. Questa piazza, a forma di ellisse, è circondata da un canale ornato da un doppio basamento di statue numerate di famosi personaggi del passato. Da Tasso a Canova, da Galilei a Petrarca ci sono tutti i grandi della storia ma, nessuna donna. È proprio in merito a ciò che è sorta la polemica che ha definito Prato della Valle come una piazza maschilista. Dopo 78 statue di soli uomini è stato proposto di aggiungere anche una donna, ovvero la prima laureata, ma i docenti e cittadini hanno bocciato l’idea.

Lunedì 03 gennaio – Elezioni imminenti del nuovo Presidente della Repubblica: una donna al Colle

Dopo l’ultimo discorso di auguri di fine anno di Sergio Mattarella, che rappresenta al tempo stesso anche il coronamento del suo congedo dagli italiani, l’opinione pubblica ha iniziato a scaldarsi. Chi sarà il nuovo Capo di Stato? È qui che sono insorte note donne italiane come Dacia Maraini, Michela Murgia, Luciana Littizzetto, sollecitando la necessità di fare un importante passo in avanti per la Repubblica italiana attraverso la realizzazione di una democrazia dei generi. La Stampa propone l’appello che queste donne hanno voluto rivolgere al popolo italiano e al corpo politico,  cercando di farsi spazio tra le mille voci e dibattiti sulla parità di genere. “Vogliamo dirlo con chiarezza: è arrivato il tempo di eleggere una donna”: queste donne si firmano così.

Martedì 04 gennaio – Donne e burnout

L’HuffingontPost-Italia mette alla luce come tutte le criticità che intaccano il sistema socio-economico e il mondo del lavoro, abbiano come principali vittime le donne. Sono infatti quest’ultime a soffrire maggiormente di burnout, la sindrome da stress lavorativo.

Martedì 04 gennaio – La violenza domestica in Afghanistan

Lo dice la Repubblica: “Le donne afghane sono le principali vittime della violenza domestica”. Secondo le statistiche dell’ONU, infatti, quasi il 90% delle donne afghane subisce molestie sessuali, fisiche e psicologiche. In questo Paese le donne si trovano in una situazione critica e pericolosa di totale

Mercoledì 05 gennaio – la stretta contro la violenza sulle donne del Regno Unito 

Il Regno Unito:

  • ha elevato al rango di reato l’atto di riprendere senza permesso immagini di donne che allattano

  • ha previsto la concessione di due anni di tempo per denunciare una violenza

  • ha aggiunto 6 mesi al diritto di far avviare un’indagine formale in assenza di conseguenze gravi per le vittime

Mercoledì 05 gennaio – rifugiata Afghana muore assiderata sul confine turco-israeliano

Una donna afghana, che cercava di entrare illegalmente in Turchia, per salvare i suoi due bambini di 8 e 9 anni, ha dato loro i suoi calzini per proteggere dal freddo le mani dei figli. Sono stati ritrovati i due bambini ma la donna non ce l’ha fatta ed è morta assiderata.

Giovedì 06 gennaio – Sempre più donne investono 

L’Osservatorio di Assogestioni ha messo in evidenza come negli ultimi 10 anni sia notevolmente aumentato il numero di donne che investono in fondo. Ciò è segno del fatto che le donne stiano, in qualche modo, assumendo un ruolo sempre più importante nelle decisioni finanziarie.

Comunicato Stampa 

Sabato 08 gennaio – Oltre 7 milioni di donne tra i 30 e i 69 anni inattive in Italia

L’Ansa ci riporta una notizia frutto di una ricerca realizzata da Randstad Research sul tasso d’inattività femminile. La situazione è rimasta sostanzialmente invariata dal 1990 e riguarda soprattutto il Sud e le isole. Le donne, per scelta o “obbligate”, si ritrovano ad essere delle casalinghe a tempo pieno a causa dei numerosi impedimenti che incontrano all’ingresso nel mercato del lavoro. Tale problema non investe allo stesso modo il genere maschile e il divario tra uomini e donne deriva dal fatto che sono soprattutto quest’ultime a doversi occupare della cura dei figli e della casa.

 Ancora una volta i fatti dimostrano che spesso le parole e le promesse non vengono mantenute. I casi di mercificazione della donna, che consistono nella riduzione a merce di scambio del corpo femminile, sono più diffusi di quello che crediamo e rendono le donne vittime di giochi tremendi. Il corpo di una donna non ha di per sé una natura commerciale, eppure spesso si assiste a processi di oggettivazione che spogliano le donne della loro dignità ed individualità, trasformandole in oggetto sessuale con un valore economico. L’ennesimo caso di asta online di donne musulmane è segno di una cultura retrograda e maschilista ancora molto radicata nella comunità musulmana. Sono molti i Paesi nel mondo in cui umiliazioni e molestie sono all’ordine del giorno; le donne continuano ad essere una categoria considerata inferiore da controllare, manipolare, sottomettere e sfruttare. Si parla così tanto di parità di genere, di diritti umani, di valore femminile eppure ogni giorno giungono notizie di donne vittime di abusi, molestie, discriminazioni e attacchi di ogni genere. Donne che vengono spogliate di tutti i diritti basilari e sono costrette ogni giorno a lottare tra la vita e la morte.

Anche il caso delle statue nella piazza Prato della Valle è solo apparentemente banale in quanto se contestualizzato assume il significato di un episodio di mancato riconoscimento del valore femminile, valore che è obiettivo in quanto prescinde da discorsi femministi.

Questioni di questo genere, che vedono la donna in una situazione delicata e pericolosa, richiedono l’attivazione di tutta comunità internazionale e di un’opera di sensibilizzazione ad ampio raggio. Questi temi che non riguardano solo i Paesi del mondo più ricchi e il mondo dei nuovi media, ma anzi compromettono soprattutto la condizione delle donne che abitano nei Paesi più poveri, ancora molto legati a strutture socio-culturali maschiliste e patriarcali.

A tal proposito, nel contesto italiano, la Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato ha istituito un Osservatorio sui diritti delle donne in Afghanistan. Inoltre, in occasione della giornata dei diritti umani (10 dicembre 2021) ha promosso tra tutte le senatrici e le deputate una staffetta di comunicazione per sensibilizzare sulla condizione delle donne afgane che consiste nella pubblicazione dal 1° gennaio 2022 di un post su Facebook, Instagram, un tweet, un comunicato stampa, un intervento di fine seduta accompagnato dall’hashstag #donneafganelibere.


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